Test sierologici fase 2: prima solo diasorin ora via libera a tutti i test. Così cambia la base statistica.

Test sierologici fase 2: prima solo diasorin ora via libera a tutti i test. Così cambia la base statistica.

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Incongruenze, ombre, errori e occasioni mancate della confusa regia di Regione Lombardia.

Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) e dr. Marco Fumagalli (Consigliere comunale Alleanza Civica Milano): “Difficile capire la regia di Regione Lombardia.
Da metà marzo chiediamo a viva voce di effettuare test sierologici ad integrazione dei tamponi orofaringei, benché l’ideale sarebbe effettuare i tamponi a tutti, sull’esempio di altre Regioni che li stanno eseguendo a tappeto.

Prima ci è stato detto che era autorizzato ed efficace un solo ed un unico test sierologico – quello Diasorin, su cui peraltro aspettiamo una risposta alla ns interrogazione che, in anticipo sull’apertura del relativo fascicolo in Procura, il 23 aprile già chiedeva lumi sulla procedura di affidamento- poi, improvvisamente, da due giorni liberi tutti. Valgono tutti i tipi di test.

E qui sorge una domanda: allora perché abbiamo perso due mesi?
Potevamo farli da subito ed evitare così tantissimi contagi, quelli relativi alle persone malate ‘sommerse’: i pazienti domiciliari, i loro famigliari, i casi asintomatici…

Comunque, va bene così. Oggi, finalmente, si possono fare i test e dare strumenti per tornare al lavoro in sicurezza nella FASE 2.

Altra questione: se un cittadino fa il test sierologico anticorpale in azienda e risulta positivo a qualsiasi anticorpo, anche agli IGG (come si evince dalla Delibera della Giunta), è costretto ad entrare in quarantena domiciliare fino all’effettuazione del tampone -che non è per niente immediata- e deve mettere in quarantena anche tutti i famigliari fino al risultato del tampone.
Così lo faranno solo poche aziende, con test costosi e molto impattanti in termini di impegno e di tempo.
Gestita così è una procedura complessa e costosa, per chi la seguirà.
Che aggiunge ritardo a ritardo.

Infine anche, dal punto di vista statistico, si è persa una terza importante occasione. Infatti, grazie al nostro ordine del giorno, approvato il 21 aprile con la Risoluzione 34 Covid, abbiamo fatto approvare la richiesta di ‘effettuare un’analisi statistica epidemiologica e demografica per avere maggior consapevolezza della situazione effettiva e del possibile evolversi della malattia, così da auspicare un controllo e un rallentamento
del contagio e quindi diminuire la domanda sanitaria’.
Oggi, però, è cambiato il "database", se possiamo chiamarlo così.
Hanno - ed era ora pure per questo - iniziato ad effettuare i tamponi anche ai sospetti malati Covid-19 a casa, non più solo agli operatori sanitari o ai pazienti ospedalizzati, come si sono ostinati a fare per circa due mesi.
Dunque come si possono paragonare i numeri?
Già ieri o oggi avremo dei casi positivi non confrontabili con quelli della settimana scorsa e di quella precedente.
Perché è cambiata la base numerica, il data base.
È l’  ‘a-b-c di ogni indagine statistica...”.


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