Il futuro del decentramento.

Il futuro del decentramento.

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di Laura Specchio

La delibera relativa all’Ampliamento delle occupazioni di suolo pubblico temporanea connesse all’esercizio di attività di somministrazione di cibi e bevande e delle altre attività commerciali al fine del rispetto delle misure di prevenzione della diffusione virologica in corso, è stata approvata dopo otto ore di Consiglio comunale (da unirsi alle due ore di Commissione consiliare dedicata, svoltasi in precedenza).
Detta delibera costituisce, senza dubbio, un’innovazione poiché risponde ad un’esigenza immediata e straordinaria di intervento a sostegno di attività che in questa fase di emergenza sanitaria si trovano in particolare sofferenza.
La sospensione temporanea delle vigenti norme regolamentari in materia di occupazione di suolo pubblico è altresì un punto di innovazione della stessa delibera che semplifica e accelera procedure che potrebbero rallentare misure necessarie per la ripartenza nel rispetto delle regole di sicurezza.
Nell’ottica tuttavia di non limitare gli interventi al mero orizzonte emergenziale, ma cercare di rafforzare e sostenere i nuovi provvedimenti con uno sguardo rivolto a futuri scenari di cambiamento, abbiamo pensato, come gruppo consiliare, fosse necessario fare un passaggio ulteriore.
Nella direzione della semplificazione, del decentramento e della flessibilità dei provvedimenti abbiamo elaborato un emendamento alla delibera, proponendo di delegare effettivamente ai Municipi il compito di occuparsi e gestire in autonomia le procedure di autorizzazione delle occupazioni temporanee di suolo pubblico lungo il loro intero iter amministrativo: dalla acquisizione delle domande, allo svolgimento dell’istruttoria, sino al rilascio dei permessi.
Il tutto coordinando le strutture e gli uffici competenti a livello territoriale.
La nostra proposta mirava a muovere un passo, decisivo e concreto, nella direzione di quel famoso “decentramento amministrativo”, da molti anni evocato e celebrato, ma nei fatti mai effettivamente compiuto.
La Giunta ha espresso tuttavia parere negativo sulla scorta della necessità di mantenere l’organizzazione dell’impianto già allestito e dell’urgenza di darvi immediata attuazione.
Il punto politico sembra tuttavia sia stato segnato.
Occorre quindi proseguire con determinazione e costanza nella direzione del decentramento amministrativo.
In caso contrario, infatti, sorgerebbe il dubbio che, al di là delle petizioni di principio, risulti più forte la volontà di mantenere la gestione centralizzata delle procedure.
Se davvero si vuole andare nella direzione di una maggiore semplificazione, snellimento delle procedure burocratiche, entro una dimensione territoriale più vicina ai cittadini, in una modalità più innovativa e adattabile alle esigenze peculiari, occorre procedere con coraggio alle necessarie innovazioni.
Altrimenti si potrebbe giungere alla conclusione che il decentramento non sia una priorità nella dimensione cittadina/metropolitana perché troppe sono le resistenze ed è meglio lasciare tutto com’è anche su temi come ad es. il commercio che richiederebbe con urgenza di essere gestito in una dimensione più appropriata e meglio aderente ai bisogni del territorio.
A mio avviso, è giunto il momento di fare chiarezza, prendere una posizione e di conseguenza fare delle scelte a tutti i livelli politico-istituzionali: se si pensa davvero che il decentramento sia una strada necessaria da percorrere si agisca nel concreto e di conseguenza;  se, al contrario, non vi è interesse ad attuare un effettivo decentramento, relegando i municipi a un ruolo marginale e subalterno, appare difficile comprendere la necessità di mantenere strutture e livelli decentrati, difficili da inquadrare nelle loro effettive funzioni, prerogative, competenze ed autonomie.
Resta ferma però la prospettiva di senso che vuole connotare la nostra azione politica: la situazione emergenziale può e deve costituire occasione per introdurre modifiche e innovazioni destinate a cambiare, nel lungo periodo, gli assetti amministrativi ed eliminare alcune annose criticità.
Non possiamo perdere l’occasione per incidere in maniera profonda sulle prospettive di riforma che questa fase richiede e che la città di Milano merita di ricevere come eredità positiva di questo periodo drammatico.

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