Alcuni spunti e quesiti per una prima ripartenza economica della citta’

Alcuni spunti e quesiti per una prima ripartenza economica della citta’

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La cosiddetta “Fase 2” è senza dubbio un passaggio delicato da preparare ed affrontare.

Occorre invero valutarne attentamente ogni aspetto al fine di coniugare al meglio i temi della sicurezza sanitaria e del graduale riavvio delle attività economiche, passo indispensabile per ripartire.

E’ già allo studio dell’Amministrazione Comunale un nuovo “Piano dei Tempi” della città.

Tale pianificazione sarà senza dubbio necessaria, ma sarà opportuno nel contempo sostenere tutte quelle azioni e misure atte a garantire appieno la ripresa economica onde colmare il gap accumulato a causa del forzato arresto di parte del sistema produttivo e dei servizi.

E’ evidente che il rilancio sarà graduale e che le linee di intervento, in un primo momento, dovranno puntare sulla riorganizzazione degli orari finalizzata ad evitare assembramenti a tutela dei cittadini.

Tale primo passo non potrà tuttavia prescindere, a mio avviso, da alcune considerazioni che consegno ad ulteriori prossimi approfondimenti quali spunti di riflessione:

- l’organizzazione dei tempi, l’eventuale turnazione, lo scaglionamento dei gruppi dovrà essere valutato attentamente in una logica di integrazione e massimo coordinamento tra i diversi settori produttivi, valutando le interconnessioni tra gli stessi;

- l’elemento della discrezionalità delle singole attività produttive dovrà necessariamente coordinarsi con le esigenze di tutela della salute pubblica, imponendo di ripensare alla gestione delle occorrenze di routine e rimodulando le logiche imprenditoriali canoniche;

- a fronte del prevedibile aggiornamento della normativa in materia di sicurezza sul lavoro, nell’ambito della quale dovranno essere garantiti, in questa fase, il distanziamento, la possibilità di lavoro su più turni, la sanificazione dei luoghi di lavoro, la dotazione di nuovi presidi antinfortunistici, occorrerà considerare che nuove responsabilità del datore di lavoro dirette al contenimento dei contagi nei luoghi di attività, non potranno costituire un ulteriore insostenibile aggravio di costi e possibili contenziosi a carico di realtà produttive e/o commerciali già seriamente colpite dalla crisi; in questa direzione, appare ragionevole pensare, ad esempio, che momenti di formazione finalizzati alla prevenzione del contagio possano svolgersi attraverso il supporto degli Enti di formazione pubblica preposti (in particolare INAIL) con cui stipulare appositi protocolli di collaborazione;

- in tema di semplificazione burocratica sarà ancora più urgente prevedere dei meccanismi efficienti ove svolgere le pratiche, tema sicuramente non nuovo, ma sempre di grande urgenza e attualità;

- le Politiche della “Conciliazione” dei Tempi di Vita e di Lavoro dovrebbero essere finalmente affrontate come elemento qualificante delle Politiche del Lavoro al fine di consentire la maggiore flessibilità possibile degli orari e facilitare la miglior gestione dei servizi per l’infanzia e la cura;

- l’equilibrio di genere, che ha spesso stentato a decollare nei processi decisionali, potrà trovare un trampolino di lancio; per questo occorrerà intercettare e coinvolgere competenze ed eccellenze femminili, ampiamente disponibili, che in altri Paesi Europei hanno già dato prova di essere in grado di imprimere un decisivo cambio di passo nella mentalità e nell’attenzione con cui affrontare questa fase complessa;

- occorrerà “Reinterpretare” la città; Milano, fino a poco tempo fa, era unanimemente considerata “the place to be”; non vogliamo che si trasformi nel “place to avoid”; tale fase richiederà investimenti e strategie di lungo termine e di ampio respiro; occorrerà ripensare ad un modello di sviluppo che tenga presente fatti ed eventi inediti e si muova lungo nuove direttrici di sostenibilità, equità e qualità della vita;

- il sostegno alle attività in crisi non potrà configurarsi in una logica meramente assistenzialistica; occorrerà quindi individuare forme virtuose di sostegno alle realtà in crisi anche in ottica sinallagmatica, cercando di privilegiare una platea di soggetti quanto più ampia possibile;

- la capacità temporanea di riconversione aziendale potrebbe essere valutata come un quid pluris da valorizzare quale elemento di competitività, elemento da giocare anche a livello internazionale; sul tema dell’internazionalizzazione si potrebbero, ad esempio , immaginare nuovi  scenari dedicati alle piccole attività che faticano a competere in un mondo sempre più globalizzato da realizzare anche mediante l’utilizzo di piattaforme ove “reti leggere” di impresa possano trovare spazio;

- la disponibilità di una fibra pubblica, l’utilizzo di una rete wi-fi efficiente, non saranno temi residuali; a fronte di necessità che si dimostrano indispensabili e sempre crescenti, un miglior utilizzo delle tecnologie  informatiche potrà consentire lo svolgimento di moltissime attività lavorative, scolastiche, culturali, sociali, ecc.;

- i settori legati ai cd. “grandi eventi”, da molti anni punto di riferimento internazionale per la nostra città, come Moda e Design, potrebbero ritornare ad essere interpreti delle eccellenze del territorio, attraverso l’offerta qualificata di tutte quelle piccole realtà rimaste ai margini dei cosiddetti grandi “Brand”, canalizzando attraverso nuove forme di aggregazione l’offerta di prodotti e servizi anche mediante l’utilizzo di piattaforme informatiche;

- Sperimentare nuove forme di lavoro, attrezzandoci a governare i processi di trasformazione offerti ormai da tempo dall’innovazione tecnologica, anziché subirli, sembra ora un percorso imprescindibile: il sistema formativo dovrà coprire a 360° figure che operano in ambiti molto diversi ed al momento non considerati. Non basterà lo smart working, senza dubbio  utile e necessario per lo svolgimento di alcune mansioni, ma di difficile applicazione per altre, dove la presenza fisica continua ad essere necessaria;

- In questa direzione, sarà necessario riprogettare e riorganizzare le piccole/micro imprese con scarsa propensione all’innovazione, talvolta per le proprie caratteristiche peculiari, talvolta per mancanza di risorse sufficienti.

Una riflessione che non può prescindere da una valutazione di sistema nel suo complesso e non lasciata alla discrezionalità dei singoli.

  • La riorganizzazione della logistica sarà inoltre cruciale per garantire la continuità produttiva, dei servizi e approvvigionamenti.

Ed infine un quesito: la sussidiarietà pubblico/privato come può essere gestita in maniera più funzionale ai processi di cambiamento? Può essere il luogo dove riscrivere regole nuove in una prospettiva di riprogettazione dei servizi?

Senza dubbio ci attendono tempi di grande incertezza nei quali l’imprevedibilità potrebbe ancora sorprenderci, ma potrebbe essere nel contempo occasione imperdibile per disegnare possibili scenari e prospettive per un diverso e auspicabilmente migliore futuro.

Laura Specchio 
Consigliera comunale, Presidente Commissione Politiche per il Lavoro, Sviluppo Economico, Commercio, Attività Produttive, Risorse Umane, Moda e Design

 
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