Localismo, digitalizzazione e navigator culturali.

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Alberto Veronesi di AlbertoVeronesi

Quando Beppe Sala dice che per un paio d’anni Milano passerà dai tre milioni di ospiti abituali, tra cui studenti, pendolari e turisti, a circa due milioni, che potranno gradualmente crescere in base alla ripresa del turismo, delle lezioni e della attività lavorativa di presenza, dice qualcosa di assolutamente realistico. È realistico anche pensare che una quantità di Smart working rimarrà attivo anche dopo, nel post pandemia, quindi con tutta probabilità, anche quando saremo in piena ripresa, è probabile permanga una certa minore attitudine al pendolarismo.

In una città come New York gli studiosi prevedono una ripresa piena del turismo e del pendolarismo non prima del 2025.

Per quanto riguarda il mondo  universitario, se é vero che il numero di immatricolazioni quest’anno ha registrato un vero e proprio boom, con il 7,5 % di crescita sullo scorso anno, é anche vero che si sono registrate crescite dei piccoli atenei di provincia o Università digitali o sedi decentrate delle grandi Università.

Si configura quindi un carattere centrifugo degli effetti psicologici della pandemia: fuga dai centri e ripopolamento delle periferie, dei quartieri o meglio dei borghi  decentrati.

Ha quindi ragione il nostro sindaco quando richiama la necessità di un nuovo inizio a partire dalla creatività, dalla partecipazione attiva, dalle Università e da un nuovo rapporto pubblico-privato perché é necessario immergersi in una nuova logica di prossimità.  (...)   Clicca QUI per leggere l'articolo integrale.

 

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