PRESIDENZIALISMO. CHI NE HA PAURA?
di Giovanni Cominelli
Non pare che i cittadini, variamente interpellati via sondaggio, l’ultimo è quello di Ilvo Diamanti su Repubblica – XXV rapporto su Gli Italiani e lo Stato, curato da LaPolis-Università di Urbino e Demos – abbiano paura del presidenzialismo. Pare, anzi, che i due terzi siano favorevoli.
Ovviamente, allo stadio attuale della discussione, il cittadino medio ha idee confuse sul contenuto istituzionale specifico nascosto dentro quel lemma. E probabilmente neppure Giorgia Meloni ha le idee chiarissime al riguardo. Al momento, almeno per la Meloni, funziona più come “signaculum in vexillo”.
Ma per le persone “quotidiane” il senso è chiaro: vogliono un governo “capace” di risolvere problemi. La “durata” è una delle condizioni della capacità. Si può avere un governo composto dagli uomini migliori del Paese, ma se la sua durata è quella di una rosa che sfiorisce in un mattino, allora il governo diventa “incapace”.
Vogliono un governo “forte”, cioè, in primo luogo stabile. Che non significa “dittatoriale”, ma semplicemente che, una volta registrate le domande, i problemi, le istanze, poi devono arrivare risposte nette e decidenti. “De-caedere” vuole dire “tagliare via”. Operazione dolorosa, ma necessaria di chi deve fare delle scelte.
La crisi di legittimazione della democrazia in tempi di globalizzazione ha molte cause sociali e culturali, a seconda delle storie e della geografia, ma certamente la causa principale è l’ “impotentia gubernandi”. (...) continua a leggere qui