Giuliano Pisapia indica una via d'uscita dalla crisi: è la proposta più seria in campo.

Giuliano Pisapia indica una via d'uscita dalla crisi: è la proposta più seria in campo.

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Con una intervista al Corriere della sera, oggi Giuliano PISAPIA ha fatto la proposta più seria, tra quelle finora in campo, per superare la crisi politica che questa settimana potrebbe trovare il suo epilogo.

Nel deserto politico di questi giorni Pisapia ha dato infatti una indicazione politica chiara e non fumosamente buonista nè forzatamente "novista".

Certamente, nel distacco che riesce ad avere guardando come europarlamentare le cose da Bruxelles, Pisapia vede come unica via d'uscita un governo di scopo con un Presidente diverso.

Lo ribadisce in una bella intervista ottimamente riportata da Maurizio Giannattasio che qui riportiamo perché molto in sintonia con le posizioni del Civismo. Innanzitutto Pisapia ricorda come si è arrivati a questo punto.

«E’ fondamentale - dice Pisapia al Corriere - guardare al futuro, oltre che al presente, ma è anche importante non perdere la memoria. Non dimentichiamo che il primo governo Conte non è caduto per scelta del Premier ma per una decisione di Salvini. Un governo che aveva fatto leggi vergognose. E non dimentichiamo che Conte aveva dichiarato di non essere disponibile a guidare maggioranze diverse. Non proprio un esempio di buona politica».

Maurizio Giannattasio incalza con le domande.

Renzi ha posto questioni di merito o è solo una vicenda di potere?

«Le richieste di Renzi e più silenziosamente del Pd, non solo sono giuste ma doverose. Anche se le modalità sono discutibili».

Perché?

«Conte vuole fare tutto da solo, la sua proposta sull'uso dei fondi del Recovery fund era sbagliata. Era giusto intervenire. Next generation Eu deve essere un progetto ambizioso, che disegna il futuro, non uno sconto per cambiare i rubinetti come vediamo nella finanziaria. I temi importanti sono senza risposta da parte del premier: il Mes, la scuola che non riparte, il tema delicatissimo dei servizi. Non lo dico io ma la Costituzione. Il Presidente del Consiglio "dirige la politica generale e ne è responsabile"».

Boccia un Conte ter?

"Il presupposto perché ci possa essere un Conte ter è che si trovi l'unanimità della maggioranza su tutti i temi su cui oggi c'è divisione. Non mi sembra che ci sia"..

A questo punto Giannattasio domanda quale è il pensiero di Pisapia sull'ipotesi di elezioni anticipate.

«Sarebbero una sciagura, risponde Pisapia. "Questa è, al momento, e aggiungerei purtroppo, l'unica coalizione possibile. Sarebbe inaccettabile andare alla ricerca di voti nel campo avverso — non chiamiamoli responsabili, per favore! — ma ci deve essere un radicale cambiamento nel governo".

Giannattasio chiede allora quale può essere la via d'uscita. Pisapia risponde:

"Non ero favorevole all'accordo con i 5 Stelle perché su temi cruciali c'erano, e ci sono, differenze sostanziali. Allora avevo proposto un governo di scopo sulla base di un programma condiviso".

E una strada ancora percorribile?

«Sarebbe l'ultima spiaggia qualora non si risolvessero i problemi all'interno della coalizione. Più che governo di scopo, lo chiamerei di programma, limitato a determinate decisioni. Per far questo è necessario un nuovo Presidente del Consiglio che goda delle fiducia di tutti, in grado così di avere una maggioranza più ampia».

A chi pensa?

«Fare dei nomi ora sarebbe controproducente e sbagliato. Per mia conoscenza ci sono tante persone che possono avere la fiducia di una maggioranza molto più ampia, con in più l'impegno a non candidarsi alle prossime elezioni. Questo garantirebbe forza e coraggio per prendere, qualora fosse necessario, decisioni impopolari».

Da una crisi di governo a un rimpasto in Lombardia con il ritorno della sua avversaria Letizia Moratti alla politica. E un commissariamento di Fontana?

«La presenza della Moratti sarà ingombrante. Specie se viene già indicata come il candidato presidente per le prossime elezioni regionali».

Nel 2023 ci potrebbe essere una riedizione della sfida Pisapia-Moratti in Regione?

«C'è un tempo per ogni cosa. Mi auguro che nel centro-sinistra si guardi a facce nuove. Persone appassionate, preparate, generose, ma giovani. Ce ne sono. E’ importante che il centrosinistra impari la lezione e si prepari per tempo alle Regionali. La pandemia poi, con ogni regione che va per conto proprio, deve far riflettere. Bisogna mettere mano al Titolo V che così non va bene. Nel 2001 ero in Parlamento e votai contro quella "riforma", non me ne sono mai ».

PISAPIA Intervista Corriere della sera 2021 01 10

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